Arta Jana, Janas Missione agricoltura

ACS      Antica Civiltà Sarda
Antica Civiltà Sarda
Una civiltà antica e trascurata, ignorata e negata.
Una terra dai 20mila Nuraghe, dalle migliaia di Tombe dei Giganti, Domus de Janas,
dolmen, menhir, car ruts, pietre scritte, cerchi su pietra...
La più antica civiltà navigatrice del mediterraneo, la Terra del Nuovo Inizio,
La Sardegna dove è nata la scrittura, e di cui cercheremo di raccontare la storia mai raccontata prima...
Janas Sardinia,
Quello che per gli altri popoli è mito, per i Sardi è storia...
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Arta Jana, Janas Missione agricoltura

ACS Antica Civiltà Sarda Circolo Di Ricerca Indipendente
Pubblicato da davide cocco in janas, maistras · Martedì 24 Dic 2019
Tags: janasbronzettomatriarcatoagricoltori_neolitici
Dunque,
non è che la vorrei fare più lunga di quello che è, che già è lunga abbastanza…

è solo che mi hanno regalato una ShMuin, un acqua vite, distillato di anima, e dopo pranzo, un bicchierino, piccolo piccolo, me lo sono messo a fianco, e quella scioglie la lingua...

per cui, partendo da incominciando, che diventa sempre più semplicemente complicato,
(saltateli a piè pari, se volete, i link, che mi rendo conto essere logorroico, quando mi piglia.. )

Abbiamo visto che le Antiche Donne Sarde erano donne dallo sguardo speciale, Bithias/Pithias, dalle doppie pupille…

e laonde per la cui cosa, molto probabilmente Gigantesse, di nome e di fatto,

abbiamo anche visto che le Gigantesse, idemstesse Bithias dalle doppie pupille, donne che percepivano, maistras del tirso\istro, vate-fate, etc etc .. sciamarono in tutto il mondo, lungo la via delle Shamua, la via delle Sciamane Sarde..

sciamarono perché il loro compito era quello di portare la conoscenza, era il loro destino di “tutrici dei popoli”, un destino antico, un dono che nasce nel tempo del sogno ..

e sciamarono almeno, 40.000 anni fa, e nemmeno a piedi …

insomma…
Janas Shamua, bithyas dalle doppie pupille, pitonesse (questo ci tornerà utile, quando parlaremo della rappresentazione sarda antica di yggdrasill)
Tutrici dei Popoli..

Vabbè, con le premesse vi ho già portato al limite della pazienza, per cui basta così..
Forse.. perché lo sapete che se è vero che “quello che per gli altri popoli e mito, per i Sardi è storia”,
è anche vero che “dopo cena un bicchierino di mirto, ci sta sempre bene”…
per cui..

mi sono ritrovato davanti questo bronzetto che vi metto in foto, comunemente definito
“bronzetto nuragico, artigiano”

ed esposto a Parigi, nella Biblioteca Nazionale di Francia, attribuito al IX secolo a.C., altezza 14 cm, proveniente da località sconosciuta, forse Cagliari.

Precisiamo che che purtroppo e per fortuna la biblioteca ci fornisce le uniche foto ufficiali, cioè solo un “fronte retro”, che è quello che vi propongo qui. Le altre foto che si trovano, sono tutte di riproduzioni, giocoforza non fedeli e soggette ad interpretazione, per cui per i nosti elucubramenti, dobbiamo basarci su queste uniche due immagini, con tutti i dubbi che quindi possono rimanere aperti, e che verrebbe voglia di farci un salto, li, a vederlo di persona, questo antico Sardo …

Quindi, dicevamo, bronzetto nuragico artigiano..
Ora, già “bronzetto” è un termine squalificante, per la splendida realizzazione e capacità tecnica dei Sardi antichi.. “statua in bronzo”, sarebbe più adatto..
Poi.. “nuragico”.. nel IX secolo aC ?.. e chi lo ha stabilito, e come, quando hanno costruito i nuraghe?
No no.. nuragico no, grazie.. meglio “Sardo”.. si si..
Sardo, del resto, sta bene con tutta, la storia Sarda, come direbbe Monsieur de Lapalisse.

E infine “Artigiano”.. ecco .. perché, “Artigiano”? artigiano di cosa?
Qualcuno lo ha definito “Carpentiere”, qualcun altro “Falegname”, in base alla teorica dotazione contenuta nella sacca che si porta dietro, tenuta su da un altro attrezzo.
Di che attrezzi si tratti, però, in realtà, nessuno sa bene… quindi artigiano, ma figlio di mestiere ignoto .. ed è comprensibile, perché in realtà quegli attrezzi non somigliano a nessuno strumento ne da carpentiere, ne da falegname…

L’unico strumento identificabile chiaramente, è il Pugnale ad Elsa Madre, sotto coperta. Gli spunta evidente, in bella mostra.. Il pugnale ad Elsa Madre che era un distintivo, e non credo fosse in dotazione agli Artigiani..
Credo che fosse, invece, dotazione delle Shamua, delle Gigantesse Sarde Bithyas dalle doppie pupille, tutrici dei popoli, che partivano in missione, partivano per la Naja, per portare sapere, virtù e conoscenza…!

Già questo basterebbe, per permetterci di supporre che non di artigiano si tratta, ma di Amazzone in missione,
ma ancora di più possiamo fare qualche ragionamento, se guardiamo bene il contenuto della sua borsa.. e anche il suo strano bastone “portaborsa”..
Guardate le immagini del bronzetto. Guardate? Bene.. Guardate le altre immagini. Guardate?

     

Ok. Quelle che porta nella sacca, stante le tonnellate di ritrovamenti e fotografie annesse, sembrerebbero proprio essere asce e zappe.
Simili in tutto e per tutto a quella che si portava dietro Oetzi, il "vecchio Sardo" (etzu sardu), "cugino" di Maria, la donna irlandese, anch'essa con dna sardo..

E fin qui ok. Solo che questi sono strumenti cosiddetti “neolitici”.
Neolitico, chi era costui? direbbe qualcuno ..
Neolitico è l’ultimo periodo della cosiddetta “età della pietra”, periodo che va, nella maggior parte dei casi, ufficialmente, dall’8.000 ac, fino al 4.000 ac.
Nel neolitico, viene normalmente posizionata la cosiddetta,“rivoluzione neolitica”.

Si, la fantasia degli studiosi, certe volte supera persino il lapalissiano monsieur de La Palisse, sono d’accordo. Ma comunque la rivoluzione neolitica, in breve consiste soprattutto nella “invenzione dell’agricoltura”, che poi comporta ovviamente mille cambiamenti, nello stile di vita delle popolazioni.

Ora… per carità, va bene.. ma se questo, (come gli altri) bronzetto, fosse prodotto nel IX sec ac circa (800\900 aC ), come dicono,

“cosa ci fa un bronzetto dell’800\900 aC, con degli attrezzi di circa dai 3 ai 7 mila anni prima?”

già sarebbe una bella domanda, cui avere risposta.. cui seguirebbe
“ma poi, cosa ne sapevano, i sardi del IX sec aC, delle asce e zappe dell’età della pietra..?”
E dopo che uno si fa ste due domande, si dovrebbe notare l’incongruenza, tra gli strumenti “neolitici”, e la maestosità del personaggio che li porta seco ..
o forse dovrei meglio dire Maistrosità, che naturale era nelle Amma Istras, le Maistras Madri dell’Istro\Tirso…

Notate, che sicuramente, quello rappresentato, non è un “uomo (o women) della pietra”.. no? ..E allora, perché si porta dietro degli attrezzi “neolitici”? mah…

Ah.. dimenticavo .. la rivoluzione neolitica, ebbe luogo, ufficialmente, nella cosiddetta “mezzaluna fertile”, ovvero le terre che vanno dall’egitto alla mesopotamia, passando per medio oriente e Siria, o Assiria che dir si volse.. da li, dalla mezzaluna, si sarebbe poi diffusa un po' ovunque..
Ma recenti considerazioni consequenziali alle scoperte sulla antica agricoltura Sarda iniziano a far supporre che quantomeno ci devono essere stati due centri di sviluppo autonomi dell'agricoltura. uno in medio oriente, quello "classico", e uno perlappunto in Sardegna..

Quindi dicevo .. neolitico, zappe, agricoltura, mezzaluna, maestrosità.. ecco.. già già ci avviciniamo, ma mica abbiamo finito, che sti bronzettisti, mica erano semplici nel fare le cose.. no, dovevano complicarle, che dea li abbia in gloria, che nei Bronzi Sardi c’è molto di più che di “una statuetta votiva” ..
E allora, per dare il giusto credito ai nostri bronzisti antichi, osserviamo anche l’aggeggio che usa per tenere su la borsa con gli attrezzi neolitici, che se se lo porta dietro, gli servirà a qualcosa, pure quello, no? Osservatelo bene, per un attimo (si, lo so, “bene” e “per un attimo”, stanno bene insieme come salute e mc donald, ma abbiatemi pazienza, che sono anziano..)..

Guardate bene la piegatura che fa alla fine, prima della “testa”… Osservato? Adesso osservate le altre immagini (vabbè, con calma, come seadas e miele, stavolta, va..) ..



adesso facciamo anche finta per un attimo che il braccio sinistro del bronzetto (quello alla vostra destra..), vedete che è disegnato strano, meno dettagliato del solito, con l’avanbraccio che per esempio si allarga verso il polso, invece che stringersi,per esempio, e le dita, fatte strane…
dicevo ipotizziamo invece, piuttosto che essere stato fatto male, che sia stato disegnato per riprodurre contemporaneamente sia il braccio del personaggio, ma anche un braccio laterale dell’attrezzo.. sempre braccia, sono, del resto…

adesso osservate soprattutto l’immagine dell’aratro “romano”, e dell’aratro “a chiodo” .. Osservato? Stessa conformazione, stessa piegatura, stessa biforcazione sulla parte posteriore della “testa”.. Solamente che quello che la figura Sarda si porta in giro, pare uno strumento un po' più vecchio, un po' meno rifinito, ancora, per cui lo porrei fra i più antichi, a rigor di archeo logica ...

soprattutto se adesso osservate le “asce in pietra” del museo di cagliari (vi ho messo una foto, se non volete aprire il link)

che ci somigliano alla testa dell’oggetto “portaborse”, secondo me… ecco.. così si, potrebbero essere proprio teste di aratro dell’età della pietra, fatto di pietra, appunto ..

2+2+2+2, fa sempre 4… e a me quell’oggetto li, alla fine dei conti, a me mi, sembra proprio un aratro. Un aratro a mano, con probabile testa anche in pietra. Testa di cui abbiamo testimonianza al museo di cagliari, che quelle, come asce, mica tagliano ..
Eh si.. più lo guardo, e più mi sembrerebbe proprio un aratro a mano, evoluzione di quelli proprio i primi primi, in pietra, un aratro di quelli che quando ancora il bue forse lo mangiavano, ma ancora non lo attaccavano, al giogo… e il braccio serviva proprio per attaccarci un uomo, non un bue..

Un aratro neolitico, ecco, che del resto ben si sposa, con gli altri attrezzi neolitici…

Aratro, Zappa, Zappa. Dotazione per due persone, una famiglia, forse.. .. 8.000 aC.. in un bronzo sardo del 900 aC. che raffigura un personaggio che non somiglia manco per un po' ad un uomen della pietra..
Ok.. siete stufi, ma dai, fra un po' suona la campana e facciamo ricreazione, prometto, ma prima sono sicuro che avete notato che i torni non contano.. perché fin qui è semplice.

Aratro, zappa, infatti, sembrano un po' piccoli .. un po “under tall”, un po' sottomisura… un aratro a mano dovrebbe essere lungo più o meno quanto è alto un uomo, o poco più, e una zappa grosso modo la metà, sempre a spanne… questi sembrano giocattoli, in confronto al nostro “bronzo”.. forse era un artigiano giocattolaio? .. mah .. strano, mi sembra a me ..

Se invece pensiamo che la matematica non è un pignone, come diceva il mio amico meccanico (no, no, non era un robot, era uno che riparava le moto, un drago, più che altro..) e quelli sono attrezzi veri, dicevo.. se la matematica non è un opinione, e l’altezza media degli uomen del neolitico era mediamente 160 cm,
e se quegli attrezzi erano destinati a degli uomini, forse una famiglia dell’età della pietra, mediamente alta unmetroessessanta, la tipa del bronzetto che porta gli attrezzi alla famiglia della pietra, poteva essere alta diciamo, a spanne, per non esagerare, intorno 3 metri..?

Che più o meno torna con quanto ricordiamo delle Giganti di Mont’e Prama, che in realtà le hanno ricostruite un po’ più basse, di quello che erano, no ?…

ricapitolando..
bronzetto raffigurante un artigiano nuragico del IX sec aC.
Bocciato

Bronzo raffigurante una Gigantessa Sarda, Maistra Shamua Tutrice dei Popoli, in atto di partire per la sua missione di insegnamento ai popoli delle tecniche base di agricoltura nell’ 8.000 aC, o meglio, nell’antamila avanti cristo…
Molto probabile…

a proposito. com'era, l'unità misura agraria dei Sumeri.. lo "Shar"..? ma che strano ..
vedete che alla fine, Archeo Logicamente, I torni contano sempre...
Tutto qui. Non volevo mica dire dire altro, è che sono logorroico, ogni tanto…

Ah.. no.. scusate.. mi ero dimenticandomi ..
Da questo breve ragionamento, ne deriva che possiamo asseverare anche che i bronzisti Sardi usassero i bronzi anche per comunicare oltre la comunicazione primaria. Insomma, come per le scritte (presenti anche in questo bronzetto, tra parentesi), che assumono contemporaneamente diversi significati, anche l’arte visiva veniva utilizzata nello stesso modo. La comunicazione avveniva su più livelli.

Janas Shamua, tutrici dei popoli, Maistras nel corpo, oltre che nell'anima, Judikessas ...

No, vabbè.. adesso basta davvero… scusate la logorrea,
felice Nou El a tutti vado a mangiare e, se volete,
come sempre,

No, aspè..
volevo farvi vedere solo un altra cosa..

ricordate il bronzo "il canto della madre"?


vedete la "madre che tiene in braccio un bambino"?
abbiamo detto a suo tempo, che quel bambino non è un bambino, ma dovrebbe essere almeno un adolescente?
sappiamo che un adolescente, normalmente, maschio o femmina, è alto più o meno come la madre?
vediamo che in questo bronzo, la "Madre", è alta circa dalla metà al doppio, dell'adolescente?

possiamo ipotizzare che anche questa Madre, sia inusualmente alta, circa tra i 2.20/3.00 metri circa ?
una “arta jana”, “alta madre”, “artigiana”…

e visto che altre rappresentazioni di "insegnanti di agricoltura", non mi sembra ne abbiamo, in giro per il mondo,

possiamo ipotizzare che, se qualcuno ha insegnato qualcosa, se "rivoluzione neolitica", ci fu, fu quella portata dalle "Maistras Sarde",

Maistras di nome e di fatto,

che andavano in pace, come mostra il segno di saluto, senza velleità di conquista, ad insegnare ciò che sapevano, per il solo amore che provavano per l'umanità..

ecco, mo che l'ho detto, momò, se volete, potete come sempre,





“condividere libera mente”…

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