Janas Specchio e l'Epifania

ACS      Antica Civiltà Sarda
Antica Civiltà Sarda
Una civiltà antica e trascurata, ignorata e negata.
Una terra dai 20mila Nuraghe, dalle migliaia di Tombe dei Giganti, Domus de Janas,
dolmen, menhir, car ruts, pietre scritte, cerchi su pietra...
La più antica civiltà navigatrice del mediterraneo, la Terra del Nuovo Inizio,
La Sardegna dove è nata la scrittura, e di cui cercheremo di raccontare la storia mai raccontata prima...
Janas Sardinia,
Quello che per gli altri popoli è mito, per i Sardi è storia...
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Janas Specchio e l'Epifania

ACS Antica Civiltà Sarda Circolo Di Ricerca Indipendente
Pubblicato da davide cocco in feste e festività · Lunedì 18 Gen 2021
Tags: janasspecchiosuononascitadodiciadolescenzasardinia
Bene .. l’Epifania, è passata, vero?

No, perchè con tutto questo apri e chiudi, esci e non esci, mi sono un pò perso..
fammi controllare.. si...?

Se l’Epifania viene 12 giorni dopo Natale, e Natale è passato,
... è passato, B Abba Y Nou El, vero, si, Babbo Natale, o Mamma, Natale, è passato? Si?
Ok. Allora l’Epifania è passata. E si è portata via le feste, credo ..
Senza feste non avete molto tempo, mi sa, per cui cerco di essere sintetico sintetico, non vi rubo troppo tempo .. ok?

Solo, sarebbe meglio credo dare una scorsa a questo post, un pò servirebbe...
se ricordate, “il canto della madre”..


Quindi cosa è, st’Epifania, poi, si sa?

Cioè, vabbè, l’Epifania del Signore, sarebbe l’apparizione del Signore, anzi del Signorino, figlio in teoria del signore più grande, l’innominabile che manco don Abbondio..

Beh, leggo testualmente (diz. treccani) “....epifanìa s. f. [dal lat. tardo epiphanīa, gr. ἐπιϕάνεια (epifaneia), «(feste) dell’apparizione» e quindi «manifestazione (della divinità)» “

E figuriamoci, se una parola non deriva dal latino, vuoi vedere che deriva dal greco.. ?
inzomma prima di latini e greci, in occidente, tutti zitti, guai ad inventare una parola sola...

Oppure però anche (wikipedia) “Il termine ἐπιφάνεια veniva già utilizzato dagli antichi greci per indicare l'azione o la manifestazione di una qualsiasi divinità (mediante miracoli, visioni, segni, ecc.). È la manifestazione della luce, della Luce più grande di Dio che si manifesta attraverso una stella”.

O anche, dal sito “unaparolaalgiorno”, Etimologia dal greco epiphàneia, manifestazioni della divinità, dal verbo epiphànein, composto di epì dall'alto e phànein apparire.

Cioè, apparire dall’alto, sempre in greco, sembrerebbe...

Però .. “EPI” in greco antico, che gli Antichi Greci, usavano questo termine, non quelli nuovi,
vuol dire anche “al cospetto di”, oppure “al tempo di”, o “fino a”, e
“”Faino”, scritto “PHaino”, che sarebbe il verbo collegato, c’è pure lui, ma col significato di “mostrare”, ma anche “mostrarsi”..
Quindi, forse, per gli antichi greci, il significato era più “mostrarsi al cospetto”, o “fino a mostrarsi”, ma anche “mostrarsi sopra”, forse ..

Così sono andato a vedere, e guarda un pò..
che c’è proprio il termine in antico greco, preciso preciso per epiphaneia..
che sarebbe “superficie rilucente”, ovvero “specchio”.

“specchio”, che sempre in greco antico, prende sia il nome di “epiphaneia”, che quello più ostico di “katoptron”..

troppo strano, vero?
E chi l’ha mai sentito, "katoptron".. io no.. però, lucente come uno specchio, si..
Così “epi/phaneia”, scritto separato potrebbe prendere il suo significato più attinente di

“fino a mostrarsi”, per esempio..
oppure tipo “guardarsi”, appunto, “sopra”,
o ancora, “al cospetto”, di una superficie lucente”.

Bellino, mi piace. La “manifestazione della divinità” per gli antichi greci, significava “guardarsi allo specchio”.

Eccezionale. La stessa parola di cristo “dio è dentro di te”, ma migliaia di anni prima.

Iniziate a capire meglio, cosa intendo quando dico che
non c’erano nè divinità ne culti, nella Sardegna Antica?
Non c’erano “dei/dee” fuori da noi,
divinità da adorare o a cui sacrificare, o a cui dedicare culti e riti...

volevi vedere “dio/dea”?
prendevi uno specchio..

e a lui, cioè te stesso, facevi le domande..

Si, sembra un pò una via di mezzo tra “marzullo” e “quelo”, “fatti una domanda, datti una risposta, che però, è sbagliata”.. ricordate?
marzullo non lo sopportavo, ma "quelo" (guzzanti) mi faceva troppo ridere...

Non vi so dire mo se le risposte dentro di voi sono giuste o no, che ne so, io,
però mi sa proprio che le domande, a noi, ce le dobbiamo fare..
Ecco, quindi, allo specchio, cioè, katoptron.

Mica me lo sono dimenticato..

Katoptron, che invece deriva da.. boh!..
ovvero non l’ho trovato.. però ho trovato sia “Kata”, che “Thronos”, che mi sa che ci possiamo avvicinare parecchio, no?

Quindi, “Kata”, anche lui vuol dire “dall’alto, su, sopra, durante, quasi, come"..
e “thronos” che vuol dire “trono”.. semplice semplice...

Katatrono, o “kataptron”, starebbe quindi per “sopra il trono”.. o “durante il trono”, o “quasi come il trono”..

oppure tutti insieme
“quasi come il tuono, mentre seduto sul trono”..

che non è la pubblicità di un amaro, e forse in greco non ha senso granchè,
ma ha senso se pensiamo che in sardo “tronu” indica sia una sedia molto pesante, “grai ki è tronu, pesante come un trono”,
ma è la stessa parola anche per “tuono”, proprio quello rumoroso dopo il fulmine.. eja, quello, lampus e tronusu!..

allora inizierebbe ad avere senso..
“epifaneia”/“kataptron”, “quasi come il tuono, mentre siede sul trono”.
ovvero che "brontola" o fa rumore, o emette suoni bassi e gravi, mentre sta seduto sul trono..

A me piace un sacco.. se me li metto insieme, poi, è splendido splendente..

Epifania – Specchio. “Epifaneia Kataptron”..
“guardarsi al cospetto di una superficie lucente - quasi come il tuono, mentre siede sul trono”

Oppure

“guardarsi in uno specchio che è quasi come il tuono, mentre siede sul trono”..

Uno specchio che brontola, seduto...?

E “Befana”? Dicono che sia una volgarizzazione del greco, quindi una specie di diminutivo, da “epifania” a “epifana” a “befana”.. poi attribuito alla “personificazione” “laica” della festività, un pò come accaduto al natale col babbo aggiunto..

E se “befana”invece fosse stato il modo originario, di chiamare la “festa”?

Noi in Sardegna, abbiamo per esempio un toponimo, almeno, legato all’acqua, in zona “Gutturu Mannu”, “grande gola” (che se ci fosse un grande fiume, con grandi cascate, farebbe pure, volendo, un grande rumore come un grande tuono..)

“Is Fanebas”, o meglio “Mitzas is Fanebas”, “fonti delle “fanebas"", che basta invertire due lettere per farle diventare “fonti delle befanas”.

che però per i locali guai a chiamarle così. Per loro il nome giusto è “Faneuas”, e basta. Faneba è roba "moderna".

dove “eua/eba” è uno dei modi in cui in sardegna si chiama l’acqua, ma se scritto “ewa”, è il nome universale di “eva”.
quella del serpente, eja..

“fan”, “fon”, invece lo troviamo come “phono/voce”, o “phon/vento caldo e umido (alito, in pratica),
oppure nel germanico, scritto “von” pronunciato “fon”, come indicatore di provenienza,
ma in lingue più antiche, prende il significato di cerchio, o di anello...

Ancora una volta, uniamo i significati, e otteniamo

“dal cerchio proviene la voce”, o “dal cerchio proviene il suono”.

ricordate “Matrimuin”, e l’anello di matrimonio?


se poi “eua/eba”, acqua, diventa “ewa”, “Eva”, e dal suo anello, cordone ombelicale, o il suo cerchio, “uovo placentare”, nasce un nuovo suono, che siamo noi, che ci posso fare?

Non cerchi d’acqua, nelle pietre, allora, ma emanazioni sonore in espansione, noi.

Vibrazioni che trovano nella Madre Acqua, la conoscenza per crescere, concentricamente, e diventare vita.
Vibrazioni, suoni, che hanno dimensione frattale, e di cui le antiche madri conoscevano i segreti...

Se poi esiste una credenza per cui ogni sogno delle dodici notti che portano da natale all’epifania ci racconta di cosa accadrà nel futuro relativo anno, e se le domus de janas, erano sanai guarire, ma anche sonnai sognare,

Se così fosse, le “faneuas”, le “befanas/ebafanas”, e “s’eba-epa/fanas-phaneias”
Quelle “sedute sul trono, con la voce come tuono” che forse compiuti i dodici anni, all’alba del tredicesimo, ci cantavano il nostro canto, per introdurci nel mondo dei grandi, portandosi via i dodici anni delle feste,
quelle che ci insegnavano a guardarci allo specchio per trovare il nostro dio,

quelle, che erano specchio, al momento della nostra nascita, le Madri con la M Maiuscola,
erano loro, l’epifania, lo specchio in cui guardarci, e vedere finalmente il nostro “AnuMu”, il nostro Suono, la nostra Vibrazione, il nostro Canto...

e naturalmente, per non dimenticarci, ce lo hanno lasciato impresso in un bronzetto, di cui vi metto le foto, e di cui abbiamo parlato, altre volte..

un bronzetto che rappresenta esattamente uno

“specchio come un tuono, che siede sul trono”..

Una Madre, una Jana.

.. che brontola sulla sedia, magari davanti al camino, cercando ancora oggi di mostrarci chi siamo ..

____
ps.
1 Sia “fauno” che “pan”, hanno a questo punto la stessa origine...
così come “faunus”, dio del vento, o gli “anemoi”, personificazioni dei venti..

2 lo specchio si costruisce con vetro e alluminio (o argento).
in Sardegna il nome soprannome si chiama "allumingiu".
però c'è da tener presente che il soprannome era (ed è ancora, anche se meno diffuso), il vero nome, delle persone, quello attribuito in base alle loro caratteristiche, non quello "affibbiato" alla nascita, che pure influisce sul nostro essere..
Ecco che l'alluminio / allumingiu, riflette ciò che noi siamo, che gli altri vedono, e che noi forse meno, e che forse ci serve una persona speciale, perché noi si accetti ciò che vediamo in lei riflesso, cioè noi.
e a quel punto forse diventiamo in grado di conoscere e seminare i nostri intenti..

3 la befana col cappello a punta che viene identificata con la scopa (brush in inglese, come bruscia/strega in sardo), la capiamo meglio

4 tredici ,13, come il 13simo anno , in sardo tredici, è "trexi", che se mettiamo una "S" davanti, che parrebbe rappresentare il "maschile", diventa "STrexi", che sarebbe "pulire",
(mo, non vorrete dire che tra "pulire", "scopare", e la befana bruscia sulla scopa brush, ci sia qualche attinenza..)
ma "strexu", era il nome dei contenitori da cucina. le pentole. se ricordiamo che abbiamo visto in altro post che pentola si dice "pingiara", e "bin/jara" poteva essere il contenitore della madre, ovvero il ventre materno, forse possiamo ipotizzare che il "13simo anno" fosse quello in cui la bambina diventava donna, attivando il suo potenziale creativo, iniziando l'ovulazione, la "maistra-azione / mestruazione",
pronta a potersi unire alla "S", per iniziare a creare,
pronta a trasformarsi in Madre..

5 dovremmo allora capire quale è il significato vero del carnevale, il harra/secare - carra/sciali, che inizia "guardandosi allo specchio", e che si conclude con la "pentolaccia", dove si rompe la pentola/pinjara, che sparge i suoi doni ..
capiamo meglio anche i doni che porta. dolci o amari, come la verità.

6 Cunnu 12, o cunnu Doxi,  potrebbe prendere un suo significato più arcaico e quindi più realistico, indicando l'età in cui una ragazza diventa potenzialmente madre, potenzialmente creatrice..

E altre cose...
___

tanto per cambiare,

“condividere, libera mente”

#Janas, #Sardinia..

"Quello che per gli altri popoli è #mito, per i #Sardi è #Storia. Scritta"..


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